In questi giorni, un anno fa, davo le dimissioni dal tanto ambito posto fisso per diventare freelance a tempo pieno. Dal lavoro part-time (e tra poco ti dirò il perché è così importante) ad un lavoro flessibile, libero, rischioso. Ti racconto com’è andato questo primo anno con qualche consiglio da condividere e che può esserti utile se ci stai facendo un pensierino.
I punti che vedrai qui sotto non sono “una lezione” perfetta applicabile per chiunque, ma la condivisione di ciò che ho vissuto io. Questo significa che per te potrebbero non esser fattibili. Se vivi in affitto, se hai finanziarie aperte, se hai una famiglia da mantenere, sarò sincero: non puoi fare il grande salto ad occhi completamente chiusi. È importante capire se il momento è ideale per te, premesso che quello giusto o perfetto non esiste, devi prepararti al peggio ed esser finanziariamente pronto.
Fatta questa dovuta premessa, proprio perché non voglio illudere nessuno che sia tutto in discesa, anzi, ecco ciò che ha funzionato per me!
Diventa una formica
Il licenziamento ti donerà il TFR (trattamento di fine rapporto) che in relazione agli anni lavorati in azienda ti permetterà di avere un fondo per vivere i primi mesi. Il mio consiglio è di iniziare a risparmiare (in maniera abbastanza pesante) già dal periodo prima del licenziamento che hai previsto (almeno un anno prima). Dovresti riuscire a metter da parte un fondo per sopravvivere almeno un anno senza lavorare. Inserisco questo consiglio come primo perché è il principale e più importante di tutti. L’ho sperimentato personalmente ed è stato utile. Il primo anno è stato finanziariamente un fallimento, ma è stato ugualmente necessario per sperimentare.
Ragiona a lungo termine con il tuo lavoro attuale
Se hai già un lavoro a tempo indeterminato e vuoi dedicarti ad una passione extra, chiedi un’opzione per passare part-time (anche al 75%) per poterti dedicare nel tempo libero a ciò che diventerà il tuo lavoro. Non è semplice tenere il piede in due scarpe. Se il tuo lavoro stabile è mentalmente faticoso, sarà complesso trovare del tempo produttivo. Non tutte le ore della giornata sono produttive, se hai 2 ore libere a fine giornata difficilmente avrai la giusta concentrazione per affrontare questioni lavorative. Sarà comunque meglio che dedicare 10 ore per un lavoro che non ha un futuro.
Apri la P.IVA prima delle dimissioni
Io l’ho aperta qualche mese prima, per iniziare a comprendere e calcolare i costi previsti, entrare nel mondo dei commercialisti, dell’agenzia delle entrate, INPS, fatture. Lavorare freelance o esser imprenditori in Italia è una vera giungla ma iniziare mentre lavori ti permetterà di capire se fa per te: non tutti siamo adatti a questa tipologia di lavoro. Allo stesso tempo devi valutare se il tuo lavoro attuale ti permette di aprire in regime forfettario, perché ci sono delle soglie di reddito da lavoro dipendente da rispettare. Altrimenti, un’altra opzione per le prime collaborazioni è quella di utilizzare la prestazione occasionale, sempre se ne rispetti i limiti previsti.
Fai la gavetta
Approfitta del periodo in cui magari hai la P.IVA già aperta e sei anche dipendente per farti la classica gavetta. Questo è valido soprattutto nei casi in cui il tuo nuovo lavoro freelance non sia attinente con ciò che già fai. Nel primo periodo in cui realizzi i tuoi primi lavori nessuno ti conosce, ci vuole tempo, costanza e tanta pazienza prima che si possa spargere la voce e che i tuoi lavori possano parlare per te. Se anticipi questo periodo a quando hai un altro lavoro, magari nei giorni liberi, potrai affrontarlo con più serenità, anche se sarà più lento.
Preparati un piano B
Importantissimo. Nient’altro da aggiungere!
Datti tempo per migliorare, non cercare la perfezione ma agisci
Questo è un consiglio che mi ripeto ogni giorno e credo faccia parte di gran parte del lavoro da freelance. Siamo professionisti che vogliono sempre il meglio per i propri clienti e si tende sempre a paragonarsi con chi magari fa il tuo stesso lavoro ma da 15 anni. Ognuno ha una strada diversa, e chi è all’inizio è normale che non sia perfetto, è normale che non abbia lo stesso listino prezzi di chi fa lo stesso lavoro da 20 anni. Ci vuole tempo, ed è difficile spiegarlo a chi non è freelance, a chi non lavora con un suo personal brand.
Lascia un buon ricordo
Uno dei consigli che più ho fatto mio e ho notato quanto possa influire sul futuro della tua attività imprenditoriale o della tua vita: esci senza sbatter la porta. Per quanto tu sia stanco, per quanto tu ti senta frustrato, probabilmente non è colpa di tutte le persone che hai incontrato in quella azienda che vuoi lasciare. Vai via? Lascia un buon ricordo di te. Le persone con cui hai lavorato potrebbero esser i tuoi prossimi clienti, i tuoi prossimi datori di lavoro. La gentilezza e l’empatia vincono su tutto, perché non sono da tutti.