Ti è mai capitato di fare una fotografia nel pomeriggio o in un luogo soleggiato e vederla completamente o in parte bianca? L’esposizione, ed in particolare l’esposimetro, è quello strumento che aiuta ogni fotografo ad avere (prima dello scatto) una previsione della quantità di luce che arriverà al sensore della sua reflex o del suo smartphone. Chi scatta in automatico probabilmente ha notato questo problema quando, facendosi un selfie e mettendo a fuoco il proprio viso, lo sfondo usciva completamente bianco, eccessivamente illuminato, oppure quando in uno scatto di un tramonto il cielo appariva chiaro e la terra scura.
Un problema chiamato sovraesposizione
Questo avviene perché il nostro smartphone calibra le impostazioni di scatto per avere il punto di messa a fuoco correttamente esposto. In parole povere: quando tocchi sullo schermo prima di una foto per metter a fuoco, il tuo smartphone calcola la quantità di luce e le impostazioni di scatto necessarie a renderti ben visibile. Se il tuo viso è al buio e lo sfondo dietro di te è ben illuminato, quest’ultimo verrà completamente sovraesposto. Eccoti un esempio qui sotto:
Se invece, nel caso contrario, con il tuo smartphone provi a mettere a fuoco lo sfondo e la relativa esposizione, il tuo viso non verrà preso in considerazione ed uscirà completamente o in parte scuro. Questo dilemma è da sempre un punto di riflessione per tutti i fotografi, spesso costretti a cambiare scena o posizionare diversamente le luci per evitare differenze di esposizione nella stessa immagine.
Per ovviare a questo problema, i fotografi professionisti utilizzano strumenti come i pannelli riflettenti (per ritratti controluce) o fonti di illuminazione esterna come flash, pannelli LED, ecc. Se vogliamo trovare una soluzione con il nostro telefono, senza usare flash o altre fonti di illuminazione, ci viene incontro l’HDR (High Dynamic Range), ormai implementato in gran parte degli smartphone.
Di cosa si tratta?
L’HDR è una tecnica che permette di attenuare la differenza di esposizione presente nel tuo scatto, incrementando quindi la Gamma Dinamica (mai sentita nominare? eccoti qualche info su Wikipedia!). Per fare ciò, vengono scattate 3 o più fotografie in cui varia l’esposizione. Prendiamo in esempio il ritratto di prima, utilizzando l’HDR avremmo (almeno) tre scatti: il primo esposto correttamente per lo sfondo, quindi sottoesposto, il secondo con una esposizione intermedia, ed il terzo con una sovraesposizione, in cui il viso appare correttamente esposto e lo sfondo sovraesposto.
Con l’unione di questi tre scatti, il software della tua fotocamera riuscirà ad ottenere uno scatto ben equilibrato e ricco di dettagli. Per chi utilizza una reflex, alcuni modelli più recenti hanno questa funzionalità attivabile in automatico. In caso contrario andrà fatto manualmente variando l’esposizione in fase di scatto, per poi unire tutti gli scatti con un programma di post produzione come Lightroom o Photoshop.
HDR si, HDR no
Se hai uno smartphone con funzionalità HDR, quando devi attivare questa funzionalità? Ti do alcuni casi tipici in cui l’HDR ti salverà la vita: tramonti, albe, selfie controluce, scatti nel pomeriggio, scatti con ampie porzioni di cielo. In altri casi in cui preferisci avere un maggiore contrasto tra sfondo e soggetto, o in cui non è necessario, puoi disattivarlo.
Cerca (finché puoi) di evitare una foto sovraesposta, perché le parti dello scatto completamente bianche vengono spesso definite come bruciate, ossia non recuperabili. Nemmeno in post-produzione. Allo stesso tempo, se scatti una fotografia sottoesposta e provi ad aumentarne la luminosità otterrai tantissima grana dovuta al rumore che si annida nelle ombre.